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| Lezione 2: La struttura delle frasi
Nella prima lezione abbiamo visto le principali caratteristiche della scrittura giapponese, ora iniziamo ad addentrarci nella costruzione delle frasi analizzandone la struttura.
Generalmente nella lingua giapponese le frasi sono composte seguendo lo schema Soggetto-Oggetto-Verbo, il soggetto viene posto all’inizio della frase e il verbo alla fine, diversamente dall’italiano.
Il modo migliore per capire è passare subito ad un esempio:
私はアンドレアです。
Watashi wa Andrea desu.
Io sono Andrea.
Come vedete nella frase giapponese abbiamo messo il soggetto “Io (Watashi)” all’inizio della frase, seguito dalla particella “HA” che ha la funzione di indicare il soggetto. La particolarità del carattere “HA” utilizzato come marcatore del soggetto è che si pronuncia “WA” anche se si scrive “HA”. L’uso delle particelle è molto importante nella lingua giapponese, approfondiremo l’argomento nelle prossime lezioni.
L’oggetto della frase “Andrea” si trova al centro, mentre la parte finale “desu” è la copula che ha la funzione del verbo essere.
In sostanza per tradurre dall’italiano al giapponese la frase “Io sono Andrea” dobbiamo trasformarla in “Io Andrea sono”, spostando il verbo alla fine.
Vediamo un altro esempio:
ラウラはかわいいです。
Laura wa kawaii desu.
Laura è carina. Anche in questo caso il soggetto è all’inizio della frase e il verbo è alla fine preceduto dall’aggettivo.
Ancora un esempio:
マッシモはラーメンを食べます。
Massimo wa ramen wo tabemasu.
Massimo mangia il ramen.
In questa frase incontriamo per la prima volta un’altra particella: “WO”. Questa particella, che si scrive “WO” ma si pronuncia “O”, serve ad indicare il complemento oggetto della frase, in questo caso “ramen”.
L’articolo “il” sparisce in quanto nel giapponese non si usano gli articoli.
“Tabemasu” è il verbo della frase e quindi si trova alla fine.
Vocabolario
Watashi: Io
Kawaii: Carino/a
Ramen: Ramen (cibo di origine cinese molto diffuso in Giappone, simile agli spaghetti)
Tabemasu: Mangiare
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